Un’esperienza fuori dal tempo, per ritrovare il proprio passo

È raro trovare angoli di tranquillità e ruralità autentica. L’Agriturismo Pompone e Pola è uno di questi.

Lo è da decenni, da generazioni, da quando nel 1943, Nello Cioni decise di comprare quarantasei ettari di terra, liberando dai rovi le case, gli olivi e i vigneti: per lui fu un ritorno alla terra, figlio di contadini prestato al lavoro d’ufficio.

Passarono alcune stagioni, ma negli anni Cinquanta Nello ospitava già i primi visitatori, conquistando un primato di tutto rispetto: la prima licenza di agriturismo a Gambassi.

All’epoca si scappava dalla terra eppure, qui si decise di mettere radici e di portare avanti la più tradizionale arte dell’ospitalità toscana.

Da allora l’azienda è passata di padre in figlio e oggi, a tenere testa alla sfida, c’è sua nipote Elisabetta, una trentenne cresciuta a pane e cultura contadina.
Oltre ad occuparsi dei raccolti, è tra gli eredi della tradizione del canto in ottava rima, la lingua con cui nelle campagne si cantava, si faceva politica, si scherzava, si parlava del mondo e della vita.

E l’atmosfera è ancora quella: i pranzi sull’aia, i grandi camini di una volta, i mobili della nonna, il fresco delle case quando fuori le cicale cantano, l’amaca e i cieli stellati. L’Agriturismo Pompone e Pola non è semplicemente un luogo, è un’esperienza fuori dal tempo per ritrovare il proprio passo.

Non aspettatevi il wi-fi, non c’è e non c’è la piscina, nulla da aggiungere. Come dice Elisabetta, è rimasto un posto dove ti astrai e riprendi il contatto con la terra.

Qualcuno direbbe spartano, altri lo scelgono proprio per questo, perché l’essenziale è invisibile agli occhi.